el charco

Quante parole, quante nomenclature per uno stesso scompiglio. A volte mi convinco che la stupidità si chiama triangolo, che 8x8 è la follia o un cane -Julio Cortàzar-

3.10.06

Bookever e la letteratura ispanoamericana

Cruzar el charco è un’espressione tipica dei viaggiatori latinoamericani, dei migranti, dei pellegrini, degli esiliati, dei turisti con mucha pasta, dei sognatori, di coloro che pensano che l’Europa sia la terra meravigliosa o disgraziata dalla quale un giorno qualche povero contadino, pezzente o manovale, fascista, comunista, o anarchico, sia fuggito per Cruzar el charco. Al contrario ovviamente.
Attraversare l’oceano, l’immensa pozza che ha diviso uomini e bestie, che divide Macondo dai Boulevard parigini, Santa Maria da Carnaby street, la selva dal cemento, la Pampa dalle piogge acide, è l’espressione che riassume una diversità, un’alterità generatrice di altre storie, in un altro tempo, con altri tempi.
Storie dove la violenza è epidermica, la gioia è uno spazio aperto, dove le prigioni sono arene da combattimento e l’utopia è contagiosa, ammaliante e perdente.
Una terra di creoli, vecchi conquistadores, meticci, latifondisti, Sem terra, indios e finanzieri grassocci che vivono separati dal filo spinato, dalle riserve, dalle foreste, dalle cortine sorvegliate dai paramilitari.
Un universo che muta, che si trasforma, che brucia ricchezze, spazi alberati, che mangia i suoi figli, che vomita dittature e torture, che assapora mate, carne, guacamole, coca, pisco, avocado e caffè.
Uno spazio immenso colorato, triste-allegro, una tanguedia, un mambo.

Bookever-Editori Riuniti apre uno spazio, un grande contenitore di storie ed avventure che vuole semplicemente raccontare le nuove da questo meraviglioso continente così ricco di metamorfosi costanti.

“ lo spagnolo apre il coperchio di quel serbatoio di meraviglie ancora in gran parte da scoprire che è l’America Latina”
- Giuliano Soria -