el charco

Quante parole, quante nomenclature per uno stesso scompiglio. A volte mi convinco che la stupidità si chiama triangolo, che 8x8 è la follia o un cane -Julio Cortàzar-

8.2.07

Con Benedetti e Cueto torna la letteratura della "disperanza"

gentili lettori,
riporto qui uno stralcio della bella recensione di Sergio Pent apparsa il 2 gennaio su L'Unità.
Non è morta ne svaporata la narrativa latinoamericana, non è un nobile ricordo relegato agli anni d'oro in cui Feltrinelli - ma anche Einaudi- fecero entrare in casa nostra Marquéz e Vargas Llosa, Sabato e Onetti, Guimarães Rosa e Arguedas, attraverso un mondo di luci estranee e fantasia, dolori epici e sussulti politici e sociali che vennero ad amalgamarsi e a ridimensionare le nostre modeste rivoluzioni da salotto. I tempi sono cambiati, le traduzioni rarefatte o circoscritte, Onetti e Donoso introvabili in libreria, Bolaño è morto prima di salire in cattedra e la letteratura consolatoria e ammiccante di un Sepulveda può farci credere che il continente dei grandi scrittori sia diventato il mulino bianco delle storie semplici, appartate, popolari.
Il coraggio dimostrato dalle edizioni Bookever- Editori Riuniti è quindi da mettere in piazza, poiché la Storia è andata avanti nonostante tutto, i paesi dell’America Latina hanno vissuto e continuano a vivere le loro aperte – spesso sanguinose- contraddizioni politiche e i grandi scrittori sono rimasti tali, solo resi più invisibili dal contesto editoriale che li ha fatti passare di moda…